Museo dei Bronzi dorati della città di Pergola

Pergola

La cittadina di Pergola, nata come libero comune nel 1234 al fine di sviluppare i commerci con i castelli limitrofi e per accogliere gli abitanti del territorio circostante e della città di Gubbio in cerca di lavoro, sorge lungo la valle del Cesano, in un territorio frequentato, fin dalla preistoria, come attestano i rinvenimenti risalenti all’età neolitica, all’età del bronzo e all’età del ferro. Abitato da genti umbre, etrusche e celtiche, è all’età romana che si deve uno sfruttamento più sistematico del territorio, probabilmente grazie al passaggio, in località Montesecco, di un diverticolo della Via Flaminia, il quale collegava Suasa a Sentinum. All’interno del trecentesco ex convento delle agostiniane, annesso all’ex chiesa di s. Giacomo, è ospitato il Museo dei Bronzi dorati e della città di Pergola. Il museo si sviluppa attorno al chiostro in tre sezioni: la prima destinata alla Pinacoteca, con stampe, disegni, dipinti e sculture lignee, la seconda dedicata alla numismatica, dove si possono ammirare le monete coniate dalla Zecca di Pergola attiva dalla fine del XVIII secolo, e infine la terza che ospita la raccolta archeologica. Percorrendo questa sezione, si possono ammirare il mosaico policromo ricco di motivi geometrici di IV-V d.C. rinvenuto in una domus situata in località Montesecco, lì dove passava il diverticolo della via consolare Flaminia; la stele funeraria dedicata a un pretoriano e i corredi funerari provenienti da tombe scoperte a Ravaglie, zone alla periferia di Pergola, databili fra II a.C. e III d.C., che hanno restituito piatti e ciotole in Vernice Nera e vasellame in vetro. Di grande importanza e inestimabile valore, sono i famosi Bronzi dorati di Cartoceto, unico gruppo di bronzo dorato al mondo, di età romana, giunto a noi. Rinvenuto a S. Lucia di Calamello, è costituito da quattro statue, parzialmente conservate, raffiguranti due donne velate stanti e due personaggi maschili, vestiti con corazza, a cavallo. Numerose sono le teorie per una corretta identificazione delle personalità raffigurate, anche se, ad oggi, quella più probabile, vede nel gruppo scultoreo la raffigurazione di un gruppo famigliare di spicco della comunità locale.