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Leguminaria

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Appignano, con Leguminaria, si fa da anni portavoce della buona e sana alimentazione, attraverso la riscoperta della tradizione alimentare del proprio territorio.

I legumi sono un nutrimento prezioso, contribuiscono alla sicurezza alimentare, portano benefici importanti per la salute, sono economicamente accessibili, promuovono l’agricoltura sostenibile, favoriscono l’adattamento al cambiamento climatico, promuovono la biodiversità. Ma ad Appignano è una storia secolare: qui si coltivano da generazioni ceci (Cicer arietinum) denominati “Quercia”, fagioli (Phaseolus vulgaris), lenticchie (Lens culinaris), roveja (Pisum arvense) monocromatica rosso mattone, e la varietà dei fagioli solfì “Occhio di luna”, specie marchigiana di piccoli e teneri fagioli bianchi di alta qualità, dalla buccia finissima, dalla consistenza cremosa e dal sapore delicato, ideali per la preparazione di squisite zuppe.

Il Comune di Appignano, col sostegno della Regione Marche e del CRA-ORA Orticoltura di Monsampolo del Tronto (AP), ha portato a termine il percorso di ricerca e sperimentazione applicata per l’individuazione, il recupero e il mantenimento in purezza degli ecotipi autoctoni di fagiolo, cece e roveja. Grazie a questo progetto, specie che sembravano perdute sono state recuperate da molti agricoltori locali che sono tornati a coltivarle, produrle e metterle in commercio. Nelle caratteristiche cantine e taverne del centro storico di Appignano aperte per l’occasione, torna l’appuntamento imperdibile con Leguminaria e con gli assaggi di legumi – accompagnati da un buon bicchiere di Rosso Piceno delle cantine locali – serviti nelle tipiche ciotole di terracotta (le famose “cocce” o pigne) che hanno imbandito le tavole dei paesani per intere generazioni, e che i commensali potranno portarsi a casa come souvenir. Si potrà gustare un menù con piatti di legumi cucinati secondo tradizione e conditi con gli olii monovarietali delle Marche, come fagioli con le cotiche, zuppa di lenticchie, ceci e tanto altro.

L’abbinamento legumi e ceramica, un connubio vincente e unico nel panorama italiano, racconta l’anima più antica e autentica di Appignano, dove la terracotta arrivò nel lontano 1557 e dove i mastri vasai realizzano da secoli vasellame e utensili da cucina (ciotole e piatti smaltati, brocche e bicchieri) ma anche, negli ultimi decenni, pezzi d’artigianato artistico di notevole finezza e creatività, una tradizione che si mantiene viva oggi grazie alla MAV, Scuola di Ceramica Maestri Vasai Appignanesi. Così, negli stessi giorni di Leguminaria, torna a rivivere anche l’arte ceramica!